Il cardo mariano è considerato una delle piante officinali più antiche e apprezzate, impiegata fin dall’antichità per molteplici scopi terapeutici. Un utilizzo regolare di questa pianta è stato riconosciuto anche dalla comunità scientifica per i suoi benefici sulla salute del fegato, contribuendo in modo significativo a preservare e migliorare la struttura e la funzionalità di questo organo fondamentale.
Cardo mariano: cos’è e dove si trova
Il cardo mariano si distingue per il suo portamento erbaceo e arbustivo. Come tutti i cardi, è imparentato con il carciofo, noto ingrediente della cucina mediterranea. Si riconosce facilmente grazie alla sua infiorescenza spinosa, che, una volta matura, assume colori vivaci e accesi. Questa parte della pianta viene utilizzata in diversi ambiti, compresa la cucina tradizionale.

I cardi, incluso il cardo mariano, crescono spontaneamente in quasi tutta l’area mediterranea, adattandosi sia a climi miti sia a quote elevate e pianure. La raccolta e il consumo di questa pianta vantano una lunga tradizione, e il cardo mariano è stato inserito in numerosi trattamenti erboristici grazie alle sue preziose proprietà.
Tra le sue qualità principali spicca l’elevato potere antiossidante. Se assunto fresco, previa adeguata preparazione, oppure sotto forma di decotti e infusi, il cardo mariano si rivela un ottimo alleato per la salute, risultando compatibile con altri vegetali, legumi e carni bianche. Il suo impiego contribuisce al benessere generale degli organi interni, con particolare efficacia nei confronti del fegato.
Perché fa bene al fegato?
Le tradizioni popolari che attribuiscono al cardo mariano un ruolo centrale nella protezione e nel recupero della salute epatica trovano oggi conferma anche nella ricerca scientifica. Questa pianta possiede proprietà epatoprotettive, favorisce la rigenerazione delle cellule epatiche e stimola la produzione di bile, agevolando così i processi digestivi e depurativi dell’organismo.

Grazie alle sue spiccate capacità disintossicanti, il cardo mariano contribuisce a ridurre il rischio di patologie come la fibrosi epatica, contrastando l’accumulo eccessivo di collagene nel fegato. Per queste ragioni, è tradizionalmente integrato nella dieta di molte popolazioni mediterranee e mediorientali.
L’azione benefica del cardo mariano, pianta che assume anche un valore simbolico in alcune nazioni come la Scozia, è rafforzata dalla presenza di numerosi principi attivi. Si tratta di una specie estremamente resistente, capace di prosperare anche in ambienti aridi e ventosi, e viene apprezzata anche per il suo valore ornamentale.
Come assumerlo
Il cardo mariano, come gli altri cardi, cresce verticalmente e raggiunge la piena maturità dopo circa due anni dalla semina. Nel primo anno sviluppa una rosetta basale, mentre dal secondo anno produce il caratteristico fiore, che rappresenta la parte più utilizzata a scopo fitoterapico.

Una volta raccolta, la pianta viene essiccata e impiegata per la preparazione di infusi, che sfruttano le proprietà disintossicanti delle foglie e delle parti spinose. Le fibre presenti nel cardo mariano favoriscono la salute dell’apparato digerente e contribuiscono a ridurre i livelli di colesterolo e glicemia nel sangue.
Oggi il cardo mariano è comunemente disponibile sotto forma di integratori, come capsule o compresse, che contengono estratti concentrati della pianta. Questa modalità di assunzione permette di beneficiare in modo pratico ed efficace delle sue proprietà, minimizzando il rischio di effetti indesiderati, purché si rispettino le dosi consigliate e si segua il parere di un medico.
Possibili effetti collaterali
Nonostante la sua origine naturale, il cardo mariano deve essere assunto con attenzione. Alcuni dei suoi componenti possono causare effetti collaterali, soprattutto a livello digestivo, poiché la pianta è ricca di fibre, sali minerali e vitamine che non sempre risultano facilmente tollerabili da tutti.

Gli effetti indesiderati più comuni riguardano disturbi gastrointestinali, come difficoltà digestive, stitichezza, nausea, mal di testa e, in alcuni casi, vomito. Questi sintomi si manifestano soprattutto in caso di assunzione eccessiva o non controllata, motivo per cui è sempre consigliabile consultare un medico prima di iniziare un’integrazione.
Effetti collaterali più rari possono includere reazioni allergiche o intolleranze, che si manifestano con disturbi digestivi, diarrea o reazioni cutanee al contatto. In casi eccezionali sono stati segnalati altri effetti, come una temporanea riduzione della libido, ma si tratta di situazioni molto sporadiche e particolari.